Sulla homepage dovrebbe campeggiare la scritta: Pinterest crea dipendenza. Lo ammetto, io ne sono drogata. Per capirci Pinterest è il nuovo social network (in realtà “nuovo”, se pensiamo che è stato lanciato nel Marzo 2010) di cui si chiacchiera tanto adesso e per cui tanti si stanno mettendo in “coda”.
Già, in coda. Perché nonostante sia on air da un bel pò, per diventare un membro di Pinterest devi richiedere un invito inserendo nome, cognome e email sul sito (o in alternativa, ricevere un invito da un tuo amico già membro).Il principio dell’invito crea una sorta di sentimento di élitarismo (marketingamente parlando) che non fa mai male all’ego degli utenti di un social network: l’idea di essere “tra addetti ai lavori” o, ancora di più, “tra chi ne sa veramente – e sceglie il social network più figo” sta contribuendo alla progressiva espansione di Pinterest tra internauti più o meno fashion. Un granello di polvere del senso di figume che prova qualcuno quando atterra su A Small World.
Una volta ricevuta la mail di conferma, inizia il viaggio verso Pinterest. La profilazione, soprattutto se fatta attraverso Facebook o Twitter, è di una facilità estrema e nell’arco di qualche minuto ti basta segnalare quali sono le tue aree di preferenza e ti trovi catapultato in un mondo di immagini e colori.
Il fulcro di Pinterest è l’immagine, che puoi scattare/caricare da telefono, prendere dal web mentre stai navigando o “ripintare” dagli altri utenti.
Si possono infatti selezionare delle categorie (Architettura, Arte, Moda e bellezza, Design, Macchine, Geek, Humor e chi più ne ha più ne metta, ma senza esagerare – per adesso sono 32) e iniziare l’esplorazione per immagini da ripintare o commentare.
Ogni immagine ha ovviamente una didascalia composta dall’utente e, come in Instagram, puoi inserire un like e un commento a tutte le immagini che vuoi. Se ami Twitter, invece, apprezzerai il legame dissociato che instauri con gli altri: seguo chi mi piace – e se piaccio agli altri, saranno loro a decidere se seguirmi.
A questo punto arriva la tabellina dei pro e dei contro:
Pro: c’è grande libertà di interazione. Posso commentare liberamente e dire che mi piace una immagine anche se io e l’utente “proprietario”non ci seguiamo.
Pro 2, il ritorno: ogni utente può decidere se seguire un utente o solo una parte di lui, cioè una o più cartelle. Mi spiego: ogni Pintman può catalogare le proprie immagini in cartelle. Ad ognuna associa una delle 32 categorie di cui sopra ma poi può inserirci dentro quello che vuole.
Pro 2_bis, per chi non si accontenta: il principio delle cartelle personali ma legate ad una macro-categoria crea un divertente gioco di immagini e relativi significati, per cui navigando nell’area gardening può capitarti di trovare in sequenza una foto di un orticello di casa, come di una siepe dal taglio di design, per arrivare a come riutilizzare i vasetti di yogurt per creare delle composizioni floreali quando inviti degli amici a pranzo.
Ah, dimenticavo. La qualità delle immagini è ottima.
Ps si lo so, non ci sono i contro.