Melegatti e la bufera sul web: “Omofobi”

 “Ama il tuo prossimo come te stesso: basta che sia figo…e dell’altro sesso!”. Con queste parole la storica azienda veronese è proprio in queste ore in preda di una raffica di commenti e tweet polemici da parte del web infuriato. Non bastava il dilegio pubblico sul Pandoro personalizzato per i fan del cantante Valerio Scanu. Ma cos’è successo? Ecco le tappe della “buccia di banana” social di oggi.

1. Agenzia mia che stai sulla collina

Se sei a capo di un’azienda sai che hai due vie per gestire al meglio i tuoi canali social: o investi nella formazione/acquisizione di una risorsa dedicata e lasci che sia lei a gestire il tutto o scegli un’agenzia e lasci che sia lei a farlo per te.

Senza entrare qui nel merito di cosa sia meglio o peggio (ne parleremo a fine articolo), partiamo dicendo che Melegatti rientra nel secondo esempio. Agenzia quindi: maggiore creatività, maggior polso delle dinamiche quotidiane che avvengono sui social, maggiore elasticità. D’altronde, se deleghi a qualcuno di svolgere qualcosa per te, questa scelta è necessaria.

E cosa fa questa agenzia oggi? Pubblica un post di avvio giornata, la classica variante sul tema #buongiorno, con un letto, due piedi che sbucano dal piumone e due mani che sostengono due cornetti Melegatti. Il claim lo leggete da voi:

Melegatti omofobia social

Chiunque abbia mai lavorato in un’agenzia di comunicazione, anche solo per una settimana, sa come funzionano questi lavori.

Account: “Oh, e le creatività per i social di Melegatti?”
Art Director: “Si, cioè io qualche immagine carina tipo #Buongiorno su Fotolia l’ho già comprata. Che ci scriviamo?”
Copy: “Ok. Ho 5 minuti perché dopo ho un brainstorming per Levissima. Facciamo: “Il buongiorno si vede da chi hai affianco al tuo lett..”, no scusate così non funziona. No ci sono, ci sono: “Ama il prossimo tuo come te stesso: basta che sia figo…e dell’altro sesso!”
Art Director: “Si si benissimo, dammi giusto il tempo di scontornare i cornetti… si non verrà proprio un lavoro come si deve, ma se non c’è tempo…”
Account: “No infatti, non c’è tempo ma non ti preoccupare, sarà una figata! Dai prepara la grafica e postiamo, che siamo già in ritardo”.

Postato e (tempo, fatto) iniziano le polemiche. Perché se è vero che questa espressione “da bar” è gergale, è altrettanto vero che nasconde al suo interno un contenuto di una violenza potentissima sui diritti delle coppie gay. Prima di postarlo l’avranno notato? L’avrebbero notato, se si fossero fermati a rileggerlo prima di pubblicarlo. Ma non l’hanno fatto.

2. “Correggi! Correggi!”

Quando scivoli in questi disastrosi volani negativi sul web l’unica soluzione è “prendersela tutta addosso”. Arriveranno gli insulti, sì, arriveranno. E come arriveranno se ne andranno (crudele verità, ma tant’è). Oramai il danno è fatto e la foto sta girando in rete. L’unica cosa da fare è tenere duro e sperare di poter ancora tornare a lavoro il giorno dopo. Cosa non bisogna fare? Cedere alla lusinga dell’ex-post: correggere, modificare, far finta che non sia successo niente.

Appunto.

melegatti omofobia foto con testo corretto

A questo punto hai iniziato a scavarti la tomba. Perché non solo i tuoi assalitori non trovano più il materiale che stanno cercando sulla tua pagina per aggredirti ma stai fornendo loro la motivazione per tornare a insultarti con ancora maggiore foga. Perché così facendo li stai trattando per fessi.

3. Capo cosparso di cenere

Arrivi quindi al punto in cui hai capito che non puoi più contenere l’effetto boomerang. Sono troppi, incazzati e vogliono solo che tu ti scusi. Ecco infatti dopo qualche ora il post di scuse dell’Azienda, che contestualmente rimuove la seconda foto:

Con riferimento al post di questa mattina, Melegatti S.p.A. chiarisce che la gestione della comunicazione sui social è affidata ad un‘agenzia esterna che ha pubblicato senza autorizzazione da parte dell’Azienda.
Melegatti S.p.A. si dissocia dall’operato di tale agenzia che ovviamente è stata sollevata dall’incarico e si scusa formalmente con chiunque si sia sentito offeso dal contenuto.
Da 121 anni Melegatti è per tutti.

Posted by Melegatti on Venerdì 20 novembre 2015

Tirando le somme…

Che sia interno o esterno, ogni Social Media Manager ha le sue responsabilità. Che non devono e non possono mai trascurare l’umanità che si nasconde dietro la tastiera. Il vero Social Media Manager si fa (anche troppe) domande, soprattutto quando lavora su contenuti lifestyle che giocano proprio sul contatto con la vita delle persone che ti seguono.

E poi dai, agenzia, proprio sotto Natale dovevi regalargli questo ShitStorm?

A ogni modo una cosa è certa: se sei il Marketing Manager di Melegatti so che è dura, ma lascia perdere ti prego.


 Aspetto i vostri commenti per discuterne con voi 🙂

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